L’Associazione nazionale Città del tartufo ha partecipato al World tourism event, il salone dei siti Unesco con un convegno nel quale è stato illustrato il percorso di candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco di ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’. All’incontro, insieme a Michele Boscagli, presidente dell’Anct, ed Elena Sinibaldi, del servizio Unesco Mibact e componente del coordinamento tecnico scientifico che ha accompagnato la candidatura alla sede centrale dell’Unesco a Parigi, hanno partecipato con significativi contributi Antonio Di Giacomi e Giancarlo Picchiarelli, vicepresidenti dell’Associazione, e Giafranco Molteni, curatore, insieme a Piercarlo Grimaldi, della relazione antropologica che fa parte del dossier di candidatura.
Antonio De Giacomi ha dichiarato “Il percorso di candidatura ha raccolto e incrementato il patrimonio di conoscenze, testimonianze, interpretazioni e ha aumentato la consapevolezza dei soggetti che operano nella filiera del tartufo. Ha suggerito di potenziare la formazione dei nuovi cercatori che non hanno una tradizione familiare alle spalle. Ci ha reso più attenti agli aspetti ambientali e ci ha incoraggiato a promuovere il crowfunding per finanziare interventi silvocolturali nelle tartufaie. Ci ha spinti a predisporre un modulo formativo per gli studenti delle scuole professionali e agenzie di formazione del settore alberghiero. Ci ha confermati nell’importanza della formazione di esperti e della realizzazione di laboratori e ricerche guidate per proporre esperienze e suggestioni culturali per i turisti”.
Giancarlo Picchiarelli ha aggiunto “Il percorso per la elaborazione del dossier di candidatura Unesco è dovuto iniziare raccogliendo da ogni realtà territoriale associata materiale e documentazione esistente nonché una dichiarazione istituzionale di sostegno della richiesta all’Unesco. Questo lavoro, oltre a conseguire l’obiettivo del riconoscimento Unesco, al quale ovviamente è rivolto e a cui teniamo, consente al nostro Paese di disporre finalmente di documenti e testimonianze in un settore molto importante per la nostra storia e la nostra economia. Anche l’Umbria dove il tartufo bianco e nero è presente in tutto il territorio con migliaia di cavatori che nel tempo hanno potuto mantenere la propria vita e quella delle loro famiglie grazie al reddito derivante dal tartufo, spesso come integrazione, ha contribuito a questo lavoro tramite le istituzioni aderenti all’Associazione, 9 tra Comuni e Comunità Montane, i tartufai e le loro associazioni”.
Durante l’incontro è stata verificata e condivisa la necessità di approfondire da parte dell’associazione e delle realtà associate un attento lavoro di divulgazione della dimensione culturale del tartufo, come evidenziato dalla dottoressa Sinibaldi. Aspetto quest’ultimo sviluppato successivamente dal professor Molteni che ha ripreso la relazione stesa precedentemente con il professor Piercarlo Grimaldi per sostenere la stessa candidatura sottolineando soprattutto la “presenza spaziale del tartufo in Italia e la sua presenza culturale di lungo periodo, dai romani da oggi. Alcuni aneddoti sul tartufo e il mondo delle streghe (dalle masche piemontesi alle Jannare campane) e sul miracolo del beato senese Pietro Pietroni hanno mostrato una presenza a tutto campo del tartufo anche nel regno del sacro”.
A conclusione dell’incontro è stato proiettato il film del regista Remo Schellino ‘Memorie di tartufo. Una storia nascosta’ realizzato a corredo del dossier di candidatura.