Nominati in due diverse occasioni dall’Associazione nazionale Città del tartufo
(AVInews) – Bologna, 16 ott. – È iniziata alla grande, in tutta Italia, la stagione del tartufo bianco, quest’anno di particolare qualità e presente in buone quantità nei boschi e nelle campagne del Bel paese. Con i cavatori e i loro fidi cani in piena attività di cerca, il Tuber Magnatum Pico sta già facendo la sua profumata comparsa, a un prezzo al dettaglio che varia dai mille ai 2.500 euro al chilogrammo a seconda della pezzatura, nelle bancarelle delle mostre mercato che a partire da ottobre si svolgono nelle varie Città del tartufo, dal nord al sud dello Stivale. Ma il ‘bianco’ è stato protagonista anche di un grande evento nazionale andato in scena a Fico Eataly World di Bologna, per la sua seconda edizione, nel weekend del 12 e 13 ottobre: L’Italia del Tartufo. Per due giorni, 29mila persone hanno potuto conoscere ogni aspetto, anche culturale e mitologico, della pregiata trifola e degustarla nelle innovative ricette presentate proprio dalle città aderenti al circuito dell’Associazione nazionale Città del tartufo (Anct).
Candidatura Unesco e i ‘Messaggeri della Cultura del tartufo’. L’evento è stata anche l’occasione per rilanciare la candidatura Unesco ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia. Conoscenze e pratiche tradizionali’ a Patrimonio mondiale immateriale dell’umanità. In questo ambito, davanti allo stand di San Miniato (Pisa), sua città natale, il presidente dell’Associazione italiana allenatori, l’allenatore ed ex giocatore Renzo Ulivieri è stato nominato ‘Messaggero della Cultura del tartufo’ dal presidente dell’Anct Michele Boscagli. Nomina di cui è stata insignita, nello stesso fine settimana, alla 25esima Fiera nazionale del tartufo bianco di Borgofranco sul Po (Mantova), anche la conduttrice televisiva e fondatrice di Turistipercaso.it Syusy Blady.
La cultura del tartufo. “Ulivieri e Blady – ha commentato Boscagli – sono i primi due noti personaggi (nel 2012 anche Massimo D’Alema era stato investito di un ruolo similare) che hanno sposato in pieno la nostra causa, facendola propria e impegnandosi a diffonderla. Il tartufo, d’altronde, è sì il re della terra e della tavola, questo lo sappiamo tutti, ma dietro a esso ci sono una storia e una cultura sorprendenti. C’è un insieme di saperi accumulati nei secoli dai tartufai, che vanno dalla conoscenza dell’ambiente vocato, alle tecniche di individuazione ed estrazione del tartufo che variano a seconda della varietà botanica. Un vero e proprio patrimonio di conoscenze sino a oggi mantenute segrete e trasmesse di generazione in generazione in ciascuna famiglia”. Non è, quindi, solo alla promozione del prodotto in sé per sé che sta puntando l’Associazione nazionale Città del tartufo, ma sempre più alla valorizzazione di tutto quel mondo che vi è dietro. “È la cultura del tartufo – ha aggiunto il presidente dell’associazione – quella che vogliamo difendere e tramandare perché dietro di essa vi sono interi territori e città e la storia e le tradizioni millenarie di migliaia di tartufai. Questo vuole essere anche lo scopo della candidatura Unesco che, dopo anni di lavoro, cercheremo di portare a compimento”.
Nicola Torrini