L'Associazione

L’Associazione Nazionale Città del Tartufo è nata ad Alba nel 1990 dalla volontà di condivisione progettuale e di sviluppo di 10 territori italiani e oggi conta circa 70 iscritti. La storia associativa rivela come le ‘Città’ siano riuscite a sintetizzare tre vocazioni, inizialmente differenziate: produzione del tartufo, commercializzazione e promozione turistica a esso collegata, rendendo sinergico lo sviluppo del territorio e consolidando un rapporto di qualità con il consumatore.
 
Precursori di tendenze, prima che il marketing territoriale si imponesse come metodo e strumento di promozione e comunicazione per lo sviluppo di aree vaste, attraverso la valorizzazione delle peculiarità ambientali, storiche, architettoniche, culturali ed enogastronomiche dei territori, le Città del Tartufo si erano già associate per raggiungere questo obiettivo, che si rinnova di anno in anno.
 
Alla luce di queste ambiziose finalità, tra le iniziative promosse dall’Associazione, risaltano l’istituzione del marchio di qualità ‘Ristorante Amico del Tartufo’, la partecipazione a EXPO 2015 di Milano e l’iscrizione da parte dell’Unesco della ‘Cerca e Cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
 
Al Tartufo, protagonista d’eccellenza, ma non unico delle Città, è oggi dedicata una via che unisce il Piemonte alla Sicilia, con la concreta possibilità di spingersi verso altri territori non ancora associati. Questa strada si sovrappone ad antichi tracciati commerciali, lungo i quali, per facilitare scambi e passaggi di merci preziose, si costituirono comunità di accoglienza, di ristoro e di ospitalità, organizzate in borghi e insediamenti abitativi, che valorizzarono il territorio preservandone le ricchezze.
 
I soci fondatori dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo sono Alba, Castel di Casio, Millesimo, Norcia, San Giovanni d’Asso, San Miniato, San Pietro Avellana, San’Agata Feltria, Sant’Angelo in Vado, la Comunità Montana dell’Alto Chiascio, oggi Alta Umbria e la Comunità Montana del Subasio, oggi dei Monti Martani, Serano e Subasio