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Archi

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Archi è un comune della provincia di Chieti, in Abruzzo. Il patrono, San Vitale, si festeggia il 28 aprile. L’Ente è socio dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia e dell’AICCRE (Sezione Italiana del Consiglio delle regioni e dei Comuni d’Europa). Si trova a 492 m s.l.m.. Archi è bagnata dal fiume Sangro. I maggiori rilievi sono costituiti dalla Serra, Colle della Guardia, Colle Bertoldo, Monte Rione e Colle Verri. Disteso sulla cresta di questo sperone, Archi è posta lungo gli itinerari dell’olio, per la sua produzione di notevole qualità e tutt’oggi conserva ancora degli elementi che consentono di riconoscerne il carattere prettamente storico medievale. Il comune è adagiato su uno sperone roccioso che domina sia la Valle dell’Aventino che la Val di Sangro, e per quest’ultima caratteristica è soprannominato “Terrazza sul Sangro”. Dal comune è possibile allargare lo sguardo a valle scorgendo il cammino del fiume Sangro fino alla foce dell’Adriatico, dalla quale ben si distingue l’insenatura del Golfo di Venere. La Val di Sangro è una zona che si estende lungo il corso del fiume Sangro, nella zona meridionale della provincia di Chieti, sede di un importante agglomerato industriale ad indirizzo meccanico, Fiat-Sevel, Honda, ecc., nonché di ricche risorse naturalistiche: Oasi di Serranella e il lago di Bomba. Archi venne insediata già dall’uomo primitivo già dal XI-VII secolo a.C. Lo testimoniano i reperti dell’insediamento più importante sul versante adriatico dell’Abruzzo durante l’età del bronzo finale, rinvenuti nel sito di Fonte Tasca di cui le opere difensive esistettero ancora in età ellenistica. L’attuale abitato ha avuto origine da un borgo fortificato, del quale si hanno notizie a partire dall’XI secolo, che per la sua particolare posizione, sulla cresta di uno sperone dominante la valle del Sangro, rappresentò fino al Cinquecento un importante caposaldo di un sistema difensivo comprendente Casoli e Roccascalegna. Fu feudo di grandi famiglie, tra le quali i del Balzo, i Cantelmo, i Colonna, i Carafa. II paese, caratterizzato da un’edilizia civile sette-ottocentesca, conserva ampi tratti della cinta muraria medievale e i ruderi del castello, ricostruito nel Quattrocento e andato distrutto nel corso dell’ultimo conflitto bellico. Nel Medioevo Archi fu un centro fortificato che, insieme a Casoli e Roccascalegna che, costituirono un triangolo difensivo che sbarrava il passaggio tra la Maiella orientale ed il Sangro. Nel 1145 molti notarili parteciparono alla crociata in Terrasanta. In epoca normanna il paese è affidato a due militi gestiti da Marsilius Trogisii, poi, Carlo I d’Angiò la cedette per trenta once all’anno a Berardo. In seguito fu di varie famiglie tra cui: Carafa, De Secura. Guevara, Crispano, Pignatelli, Cardone ed infine fu degli Adimari marchesi di Bomba, i quali morirono senza eredi facendo cadere Archi al demanio regio. Piane d’Archi, invece, dal finire del XVIII secolo, fu dei Giustiniani. Da documenti risalenti al 1308 fino al 1700, troviamo una varia terminologia: “territorium arcanum”, “terra arcanum”, “Arci”, “Territorio di archi”. Dal ‘700 in poi il paese venne chiamato definitivamente Archi. Nell’873 tutto territorio di Archi fu soggetto ad una colonizzazione monastica, prima di San Clemente a Casauria e poi di San Giovanni in Venere. Nei primi anni del sec. XVI, il feudo di Archi divenne proprietà di Fabrizio Colonna e poi passò a Ferrante Carafa. Venduto a Martino di Segura, divenne proprietà di Ferrante Di Guevara. In seguito Signori di Archi furono i Crispano, i Pignatelli e i Cardone. Il feudo passò definitivamente sotto il dominio degli Adimari, marchesi di Bomba, fino all’estinzione dei diritti feudali nel 1806. Per due volte Archi conobbe la distruzione: la prima ad opera dei Turchi, la seconda a causa della peste che spinse gli abitanti a rifugiarsi sui monti di ATE e TIXA dove si stabilirono definitivamente dando vita all’attuale Atessa. Durante la II Guerra di Indipendenza (1859) Archi fu uno dei primi comuni della provincia che costituì la Guardia Nazionale contro il Brigantaggio che imperversava su tutta la regione. Nell’ottobre del 1943, durante la II Guerra Mondiale, truppe tedesche decisero di trasformare Archi in linea di difesa del fronte contro gli Alleati. Pertanto minarono il Castello e purtroppo attuarono il piano causando una rovinosa caduta delle mura e di altri palazzi signorili. Grazie all’azione di alcuni archesi, una parte del palazzo baronale (castello) fu salvata dall’esplosione delle mine e tutt’oggi sono presenti dei ruderi che ricordano le origini feudali di Archi.

Piatti tipici

Tagliatelle funghi e tartufo

Pizz e foje (pizza di farina di granturco e verdure)

Pallott casc e ov (polpette di formaggio e uova)

Pizza scim (pizza impastata con farina, acqua e vino e cotta anticamente nel camino, sotto un coppo di ferro ricoperto di brace)

Feste del tartufo

Mostra mercato del tartufo d’estate”

Monumenti e luoghi d’interesse naturalistico e ambientale

Scavi archeologici: a Fonte Tasca c’è un insediamento abitativo che risale al XI-VII secolo a.C. in piena età del bronzo.

Fontana monumentaleMonumento ai caduti delle guerre

Resti del castello medioevale

Resti delle mura fortificate di cinta al borgo (percorso medioevale)

Palazzo baronale

Palazzo Cieri

Palazzo Angelucci-Cangiano .

Palazzo Lannutti

Palazzo Pomilio

Lecceta di Isca d’Archi

Chiesa di Santa Maria dell’Olmo (con annessa cripta ove sono conservate le spoglie di San Mercurio)

Area archeologica di Fonte Tasca

Lago Oasi Valle Scura

Associazioni collegate alla realtà del tartufo

A.Li.R.Ta. (Associazione Libera Raccolta Tartufi)    http://alirtaarchi.oneminutesite.it/