Campello sul Clitunno
La storia del Comune si accentra sull’antico castello che si dice fondato, verso la metà del sec. X, da Rovero di Champeause, da cui sarebbe derivata la famiglia dei conti di Campello, che ne ebbe la signoria. Il nobile feudatario sarebbe venuto in Italia da Reims, al seguito di Guido, duca di Spoleto, ottenendo di edificare una fortezza su di un colle; l’imperatore Lamberto avrebbe confermato l’investitura nel 921 circa, comprendendo nel feudo, denominato “Gualdi Ranieri”, otto ville (villaggi). I nobili di Campello furono conti del castello omonimo, signori della Rocca della Spina e della Torre di Lanfranco.
Un primo documento del castello e dei suoi signori si ha nel 1226. Nel 1326 il castello era governato da Argento, conte di Campello, ribelle alla Chiesa. Verso la metà del XIV sec. il castello venne messo a ferro e fuoco da Pietro Pianciani, signore di Spoleto; egli credette fosse suo diritto impossessarsi di tutti i castelli e fortezze della zona. Cacciato il Pianciani da Spoleto per le sue crudeltà, Paolo conte di Campello tornò tra i suoi e il castello fu rifatto.
Nel 1366, la rocca fu notevolmente rafforzata dall’ Albornoz. Nel 1390, insieme a molta gente armata, Paolo dette l’assalto al castello, che fu preso, saccheggiato, ne furono scacciati gli avversari e sul torrione fu issata di nuovo la bandiera turchino-amaranto degli antichi feudatari. Nel marzo del 1391, i massari entrarono in possesso del castello e dei diritti sottoscritti: fu una comunità con Statuti e Podestà dato da Spoleto. Ma il sistema democratico li trovò impreparati. Nel 1500 i conti Campello ripararono le mura castellane e rialzarono il torrione maggiore di alcuni piedi, perché danneggiato dai terremoti e dalle azioni dei litiganti. Il 27/2/1569 la comunità, che fino ad allora era stata regolata da usi e tradizioni sommari e mutevoli, si dette gli Statuti comunali. Essi furono redatti sotto la presidenza del conte Cintio Campello e da alcuni magistrati. Lo statuto fu approvato dai priori spoletini nel 1570. Come tutti i comuni del territorio spoletino, aveva un podestà inviato da Spoleto, un vicario giudice locale, un camerario ed i massari. Alle vecchie zuffe si sostituirono feste religiose e paesane, cortei, come nel caso di un matrimonio o di un battesimo dei conti. Nel 1748 fu alzato l’albero della libertà, presso le fonti del Clitunno, con il fusto del più bel cipresso della villa. Dal castello intanto la popolazione si era sparsa ai piedi del colle sul quale esso sorgeva, avendone dato l’esempio gli stessi signori del luogo. Dopo la Restaurazione, Campello ebbe un sindaco. Campello fu poi, e lo è ancora, Comune autonomo, e dopo il 1860 vennero aggregati al suo territorio i castelli di Acera, Agliano, Spina, Pissignano e più tardi Pettino. Nel 1926, il comune di Campello fu soppresso, e il territorio aggregato a Spoleto. Due anni più tardi fu reintegrato.
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