Carbone
Il territorio di Carbone ricade nei Parchi Nazionali del Pollino e della Val D’Agri Lagonegrese e occupa una superficie pari a 48,53 kmq. Confina con i Comuni di Castelsaraceno, Calvera, San Chirico Raparo, Latronico, Episcopia, Teana e Fardella. Di rilevante valore è il Bosco Vaccarizzo che ospita, tra gli altri, rarissimi esemplari di pino bianco ed è Sito di Importanza Comunitaria, Zona a Protezione Speciale e zona 1 (massima protezione) del Parco Nazionale del Pollino.
Su tutto il territorio abbondano pregiatissimi prodotti naturali che vengono commercializzati e impiegati nella preparazione di pietanze e costituiscono il “fiore all’occhiello” di alimentari, aziende agricole e agriturismi. I fitti boschi “pullulano” di secolari alberi di querce, di castagni, di funghi dalle più svariate forme e soprattutto di un vero e proprio tesoro nascosto: il tartufo bianco, “re della tavola”.
Valore aggiunto della sapienza contadina, tramandata di generazione in generazione, è la coltivazione della Carosella, antichissima varietà di grano tenero a basso contenuto di glutine, e del coriandolo, spezia orientale diffusa nella cultura gastronomica locale dai monaci basiliani. Infatti, i primi nuclei residenziali si avviarono dirimpetto alle mura del monastero italogreco intitolato ai santi Elia e Anastasio, la cui fondazione è da collocarsi nell’arco temporale compreso tra il IX e il X secolo, per poi propagarsi “a macchia d’olio”. Con l’avvento dei Normanni (XI sec.) si assistette a una notevole crescita del cenobio tanto che, nel 1168, re Guglielmo II di Sicilia affidò all’archimandrita di Carbone il controllo materiale e spirituale di tutti i monasteri italogreci delle attuali Puglia e Calabria. L’igumeno di Carbone divenne signore assoluto, autonomo da ogni vescovo e indipendente dalle grandi famiglie feudali. Nel 1474 il monastero venne affidato in commenda, cioè ad un prelato che prendeva il posto dell’igumeno-abate. Dopo un periodo di graduale regressione si verificò una decisiva ripresa con l’avvento del cardinale Giulio Antonio Santoro (1560), che, poi, cedette la commenda al nipote, Paolo Emilio Santoro, a cui successe Giovanni Battista Pamphilj (1630), eletto pontefice nel 1644 con il nome di Innocenzo X. L’atto di soppressione è del 1809.
Piatti tipici
Salsiccia al coriandolo di Carbone
Coriandolo di Carbone "anes"
Soppressata di fichi di Carbone
Tartufo bianco del Serrapotamo
Biscotto al coriandolo di Carbone
Pizza a "scanatur" di Carbone
"Salsa" di mele, Cipolline o zucca
Feste del tartufo
Mostra Mercato del Tartufo Bianco del Serrapotamo 31 ottobre – 1 novembre
Associazioni collegate alla realtà del tartufo
Pro Loco Carbone
Associazione Carosella del Pollino
Sua Maestà il Tartufo Bianco del Serrapotamo (in via di costituzione)