Mesola
Furono gli Estensi, Signori di Ferrara, i primi ad attuare una valorizzazione di questi luoghi, intraprendendo una grande opera di bonifica ed edificando qui il Castello e la Tenuta. Il 27 ottobre 1597, alla morte di Alfonso II d’Este, che non aveva lasciato eredi diretti, papa Clemente VIII annette l’intero Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio in quanto il territorio stesso era feudo pontificio. Il Castello e la Tenuta rimarranno disponibili come beni allodiali agli Estensi fino al 1771, allorché passano alla Casa regnante Austriaca in esecuzione del contratto di matrimonio tra Beatrice d’Este e Ferdinando Carlo d’Asburgo-Lorena. Torna quindi al Pontefice nel 1785, quando papa Pio VI acquista il feudo dall’Imperatore Giuseppe II d’Austria, sino all’invasione di Napoleone Bonaparte nel 1796 e conseguente incorporazione nella Repubblica Cispadana. Il 9 luglio 1797 si trova a far parte della Repubblica Cisalpina, in seguito alla fusione della Repubblica Cispadana con la Repubblica Transpadana, in ottemperanza ad un altro editto napoleonico. Dal 26 gennaio 1802 nella Repubblica Italiana e dal 18 marzo 1805 fino all’aprile 1814 nel Regno d’Italia. Dopo la parentesi del controllo francese a seguito dell’epopea napoleonica, con la Restaurazione operata dal Congresso di Vienna sin dal 1815, nel 1836 il patrimonio della Mesola ritorna allo Stato della Chiesa che lo cede all’Istituto di Santo Spirito di Roma. Si apre una fase di stabilità amministrativa e di moderna gestione economica che segna un progressivo miglioramento nelle condizioni della Tenuta. Mesola è Comune dal 1º luglio 1828. Nel 1860, in seguito alla seconda guerra di indipendenza, fa parte del Regno d’Italia. Nel 1919 la Società per la Bonifica dei Terreni Ferraresi acquista l’intero patrimonio e realizza una grande opera di risanamento dei terreni ancora soggetti al dominio delle acque. Quando, nel 1952, l’Ente Delta padano entra in possesso dell’intero comprensorio di Mesola, lottizzando i terreni di recente bonifica e procedendo all’assegnazione dei poderi ai contadini, si può dire che inizia il “presente” di Mesola.