Scheggino
I caratteri ambientali e culturali del territorio del Comune di Scheggino sono comuni all’intera Valnerina. Una morfologia accidentata composta da valli anguste e vasti altipiani; una variegata copertura forestale governata “dal taglio, dal morso e dal fuoco” per ricavare campi e pascoli, insediamenti accentrati in forma di villaggi aperti, le “ville”, o fortificati, i “castelli”, per la duplice necessità di non sottrarre spazio vitale per l’agricoltura e di difendersi.
Quest’assetto, che prende corpo fra il XIII e il XIV secolo, ha la sua matrice nella capillare distribuzione di edifici di culto che nella seconda metà del sec. XII colonizzano i luoghi anticipando la formazione degli insediamenti. L’organizzazione religiosa del territorio, promossa dall’emergente potere vescovile e fondata sul sistema delle pievi e delle chiese dipendenti, ha conferito all’intera Valnerina un’indelebile impronta sopravvissuta fino ai nostri giorni.
L’organizzazione civile è stata segnata dal rapporto con il comune di Spoleto in perenne oscillazione fra insofferenza e obbedienza. Scheggino, in particolare, ha pagato la sua fedeltà con saccheggi (1391) e assedi (nel 1522 da Picozzo Brancaleoni).
Nel paese, di origine medievale, si trovano resti di mura antiche e di un torrione semidiroccato della stessa epoca. Sempre di epoca medievale è la Chiesa di San Nicolò, ampiamente ristrutturata nella prima metà del XVI secolo. L’edificio contiene affreschi che si ispirano alle forme di Giovanni Di Pietro. Presenta un certo interesse anche la chiesa di Santa Felicita (XII secolo).
L’economia, basata sul bosco e sul pascolo che fornivano a quel tempo le materie prime (legno in tutti gli assortimenti, lana, carne e latte), era arricchita a Scheggino da due importanti opifici: la “gualchiera” per il lavaggio e la tintura delle stoffe e la “ferriera” per la lavorazione del ferro estratto a Monteleone di Spoleto e a Gavelli. Un’altra attività esercitata dagli abitanti di Scheggino, attestata da autorevoli fonti, era quella del mestiere di “mularo”, favorito anche dalla presenza della ferriera che richiedeva il trasporto di legna e di ferro. L’importanza di Scheggino come centro di commercio è riconosciuta dal privilegio di tenere il mercato nel primo lunedì di ogni mese, concesso il 2 febbraio 1639 da papa Urbano VIII. In quella occasione si potevano commerciare ogni genere di merci e di bestiame con la franchigia da qualunque tassa.
Le mutazioni innescate dalla formazione dello stato unitario hanno radicalmente capovolto l’intero quadro. La Valnerina da zona di confine è diventata un’area interna e, paradossalmente, questo spostamento nella centralità l’ha resa marginale. Altrettanto paradossalmente la nuova strada, realizzata per favorire più comodi e rapidi collegamenti, ha cambiato i percorsi, isolando gran parte dei paesi che da luoghi attraversati e vissuti sono diventati luoghi osservati solo da lontano come elementi del paesaggio.
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