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Vallo di Nera

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Correva l’anno 1217 quando il Podestà della città di Spoleto, il 23 di settembre, concesse agli abitanti del poggio di Flezano di erigere un castello, il Castrum Valli, l’attuale Vallo di Nera, comune umbro della provincia di Perugia. Prima di quel momento sul colle si alzava una Rocca longobarda. A distanza di ottocento anni, la fortificazione medievale conserva ancora intatto il suo aspetto originario a pianta circolare: case di pietra che seguono ordinatamente le curve di livello della collina, archi rampanti, vicoli, scalinate, contrafforti, mura e torri. Un aspetto fiabesco circondato da un mare di verde che si perde nella linea irregolare delle montagne. Un intreccio di natura e attività umana di grande suggestione. Per arrivare a Vallo di Nera bisogna imboccare la Valnerina, la vallata del fiume Nera che nasce dai monti Sibillini e scorre impetuoso fino alla Cascata delle Marmore. Il fiume attraversa Terni e si getta nel Tevere a Orte. Lungo la valle i paesi antichi si guardano l’uno con l’altro, sospesi nel tempo e nello spazio, arroccati a mezza costa in posizione difensiva. Vallo di Nera tra di essi è il più monumentale, ricco di storia e di testimonianze artistiche, completamente restaurato con un adeguamento antisismico e un dettagliato piano di recupero. Un paese-castello. Si entra nel paese attraverso due porte: Porta Ranne (la magna) e Portella la porta esigua, un tempo destinata all’ingresso delle merci. Le due porte sono sorvegliate dal Torrione principale. Proprio sopra al lungo porticato, che si affaccia su un panorama da incanto punteggiato dalle frazioni di Vallo (Piedipaterno, Geppa, Paterno, Montefiorello, Meggiano, Piedilacosta, Roccagelli) si trova l’antico palazzetto della Comunità che oggi è diventato ‘la Casa dei Racconti’. La Casa è un centro di documentazione della tradizione letteraria orale e della memoria degli anziani. Il paese possiede persino un genere letterario proprio: le Vallanate ovvero una serie di aneddoti scherzosi che narrano le imprese surreali commesse dagli abitanti, divenute una sorta di blasone popolare. Non mancano le storie sui tartufi, qui da sempre ricercati e raccolti. Camminando sulla parte sommitale delle mura, tra una feritoia e un beccatello, si arriva al punto più alto dell’acropoli dove c’è la chiesa di San Giovanni Battista. La facciata romanica, con rosone e campanile a vela, si affaccia sulla piazzetta omonima che è una grande cisterna. Sul catino dell’abside si trova uno spettacolare affresco datato 1536, del maestro Jacopo Siculo, pittore che a Roma ha lavorato con Baldassarre Petruzzi e con  Raffaello Sanzio. La scena principale rappresenta una Dormitio Virginis che svela l’insolita raffigurazione antisemitica tratta dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, con l’Angelo che caccia gli Ebrei perché intenti a capovolgere il catafalco di Maria. Nella parte sud-ovest del paese, il borgo di Santa Maria è un’espansione quattrocentesca del castello. Prende il nome dall’omonima chiesa francescana costruita dai frati minori nel XIII secolo insieme al convento a cui si accede da un piccolo chiostro a due ordini. Di stile tardo gotico, con la facciata e le pareti costruite a conci regolari di pietra bianca e rosa, la chiesa è una sorprendente pinacoteca di affreschi realizzati tra il 1300 e il 1400, di grande qualità stilistica e narrativa.

Nell’abside si riconosce immediatamente lo stile giottesco dei due Maestri che vi lavorarono nel 1383: Cola di Pietro da Camerino e Francesco di Antonio da Ancona.  Anche la navata è un’esplosione di raffinati colori che ritraggono Santi e Madonne del latte, ex voto commissionati da devoti o dai francescani. L’affresco più celebre è quello della Processione dei Bianchi del 1401, straordinario documento storico di  un episodio realmente accaduto a Vallo nel 1399, quando una moltitudine di penitenti vestiti di saio bianco portò la riconciliazione tra gli avversari. Il dipinto rappresenta uno delle maggiori testimonianze iconografiche del movimento penitenziale dei Bianchi che, marciando verso Roma, attraversò l’Italia settentrionale e centrale sul finire del XIV secolo. La chiesa di Santa Maria Assunta è stata appena riaperta dopo i lavori di ristrutturazione del terremoto.

Procedendo verso sud, sempre all’interno della cerchia muraria, si trova la piccola chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria. A ridosso del castello sorge il cinquecentesco Borgo dei Casali, formato da una serie di casaletti, torri colombaie, fontane e botteghe artigiane con la chiesa votiva di San Rocco. Poco più oltre, lungo una strada di campagna si incontra la chiesa dell’Immagine Forche, piccola edicola interamente affrescata alla fine del ‘400.

Altri affreschi si trovano nell’ex palazzetto comunale, sulle facciate e all’interno di alcune case. Se tutte le strade del circondario convergono a Vallo, dal paese parte una rete di sentieri per fare trekking o cicloturismo (e rafting nel fiume Nera). I percorsi più suggestivi sono il tracciato della ex ferrovia Spoleto-Norcia, la viabilità di mezza costa con le grotte degli eremiti, gli altipiani situati a oltre 1000 metri d’altitudine, dove vengono allevate le greggi che producono un ottimo formaggio pecorino, protagonista della manifestazione ‘Fior di Cacio’, in programma ogni anno il secondo fine settimana di giugno.

I boschi che attorniano l’abitato sono formati prevalentemente da roverelle, lecci, faggi, pino d’Aleppo: piante ottime per la produzione di tartufo che qui cresce abbondante trasformando il territorio in un immenso giacimento di profumato e prezioso ‘oro nero’ della cucina. Il tartufo è il protagonista di molti piatti della tradizione: l’agnello tartufato, la trota farcita, le strengozze, le frittate e le bruschette condite con tartufo e olio extravergine di oliva locale.

Il profumato fungo è anche il protagonista de Il Nero del Nera, un appuntamento dedicato alla conoscenza e ai sapori del meraviglioso frutto della terra.

Vallo di Nera è Città del tartufo, è uno dei Borghi più Belli d’Italia, Bandiera arancione del Touring club e Comune amico delle api.

Contatti

Indirizzo Via G. Marconi 8 – 06040

Phone 0743.616143

Email comune.vallodinera@postacert.umbria.it 

Website http://www.comune.vallodinera.pg.it/